Con questo sesto video, prosegue il tema, a cadenza mensile,
che ogni mese descrive un fiore presente nelle campagne
o nei giardini di Busnago e dintorni.
Il fiore di questo mese di febbraio è la:
VIOLA
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Nel linguaggio dei fiori la
Viola, timida e soave è il simbolo dell'amore romantico ed anche dell'umiltà e
della modestia.
La viola è sempre
stata uno dei fiori più apprezzati da tutti i popoli e in tutti i tempi. sia per
l'aspetto estetico sia per il suo delicato profumo. infatti molti poeti l'hanno
esaltato e inserito nelle proprie opere come uno dei fiori più belli e delicati
ed altrettanto ricorrente è la rappresentazione del fiore in dipinti e
decorazioni perché pur nella sua semplicità, infonde all'osservatore uno strano
fascino.
Gli antichi romani e le popolazioni arabe
erano solite aggiungere alle bevande fiori di viola oppure estratti della stessa
al fine di rendere più delicata e gradevole la consumazione ed ancor oggi molti
pasticceri la usano per decorazioni candite su torte e pasticcini ed anche in
vini aromatici e i gourmet d'alta classe in particolari ricette
gastronomiche.
Ma famoso è soprattutto l'utilizzo dei suoi
petali per ottenere profumi, raffinate essenze ed olii. E' accertato che da
tempo grandi maestri profumieri con straordinarie mescolanze e mediante accurate
distillazioni ne intensificano il profumo e rendono preziosa la sua estrazione.
Gli Inglesi fin dal Medioevo
avevano una particolare predilezione per questo fiore. Quando
Josèphine Beauharnais incontrò Napoleone gli donò proprio un mazzetto di Viole
mammole che adornavano le sue vesti. Napoleone adotto questo fiore anche per
l'amante Maria Walewska. I Bonapartisti ne fecero poi il loro fiore simbolo,
contrapponendolo al giglio dei Borboni.
In medicina la viola del pensiero viene usata in infuso o in decotto, in caso di
malattie cutanee croniche: l'acne, gli eczemi, i foruncoli e la psoriasi. Ha
un'azione curativa anche per i disturbi delle vie
respiratorie.
letteratura e
mitologia:Una leggenda narra che Zeus, che aveva dovuto
trasformare una sua amante, Io, in una giovenca, le aveva poi creato un fiore
per nutrirsi, la Viola mammola.
Il 22 marzo si celebrava il
culto in nome di Attis nella Roma Imperiale. Era il giorno della viola, infatti,
si trasportava in processione un tronco di pino adornato di viole. L'eroe della
viola è colui che si sacrifica per trasformarsi in questo fiore. Si narra che i
cavalieri della tavola rotonda consultassero le viole per conoscere il loro
destino. La Viola del pensiero chiamata dai francesi pensèe,
divenne, nel "sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, la chiave di
tutta la commedia.
(notizie "spigolate" nella rete).
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LA VIOLETTA E LA FARFALLA
Una vorta, ‘na Farfalla
mezza nera e mezza gialla,
se posò su la Viola
senza manco salutalla,
senza dije ‘na parola.
La Viola, dispiacente
d’esse tanto trascurata,
je lo disse chiaramente:
- Quanto sei maleducata!
M’hai pijato gnente gnente
Per un piede d’insalata?
Io so’ er fiore più grazzioso,
più odoroso de ‘sto monno,
so’ ciumaca e nun ce poso,
so’ carina e m’annisconno.
Nun m’importa de ‘sta accanto
a l’ortica e a la cicoria:
nun me preme, io nun ciò boria:
so’ modesta e me ne vanto!
Se so’ fresca, per un sòrdo
vado in mano a le signore;
appassita, so’ un ricordo;
secca, curo er raffreddore…
Prima o poi so’ sempre quella,
sempre bella, sempre bona:
piacio all’ommini e a le donne,
a qualunque sia persona.
Tu, d’artronne, sei ‘na bestia,
nun capischi certe cose… -
La Farfalla j’arispose:
- Accidenti, che modestia!
mezza nera e mezza gialla,
se posò su la Viola
senza manco salutalla,
senza dije ‘na parola.
La Viola, dispiacente
d’esse tanto trascurata,
je lo disse chiaramente:
- Quanto sei maleducata!
M’hai pijato gnente gnente
Per un piede d’insalata?
Io so’ er fiore più grazzioso,
più odoroso de ‘sto monno,
so’ ciumaca e nun ce poso,
so’ carina e m’annisconno.
Nun m’importa de ‘sta accanto
a l’ortica e a la cicoria:
nun me preme, io nun ciò boria:
so’ modesta e me ne vanto!
Se so’ fresca, per un sòrdo
vado in mano a le signore;
appassita, so’ un ricordo;
secca, curo er raffreddore…
Prima o poi so’ sempre quella,
sempre bella, sempre bona:
piacio all’ommini e a le donne,
a qualunque sia persona.
Tu, d’artronne, sei ‘na bestia,
nun capischi certe cose… -
La Farfalla j’arispose:
- Accidenti, che modestia!
(Trilussa)
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