Con questo quinto video, prosegue il tema, a cadenza mensile,
che ogni mese descrive un fiore presente nelle campagne
o nei giardini di Busnago e dintorni.
Il fiore di questo mese di febbraio è la:
PRIMULA.
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PRIMULA.
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Nel
linguaggio dei fiori la Primula simboleggia l'amicizia nascente o il
primo amore;
può anche essere associata alla giovinezza. La Primula è il fiore
ideale da regalare
ad una cara amica..
Cresce
spontanea e rigogliosa nelle zone di montagna e ha i fiori di
numerosissimi colori, il nome deriva dal latino primus per indicare
la precocità di fioritura che avviene subito dopo la scomparsa della
neve, quando nei prati comincia a comparire l'erba.
Questo
fiore simboleggia proprio la stagione in cui sboccia ed è
considerato il simbolo di rinascita
e rinnovamento.
Secondo
una vecchia storia, tanto tempo fa
ci fu un anno in cui l’inverno
fu particolarmente freddo e lungo. Tutti gli animali della foresta
aspettavano con impazienza la primavera
con i suoi primi tepori, ma l’inverno, che era diventato vecchio e
sordo, non voleva proprio andarsene.
Gli
animali cominciarono ad insistere affinché se ne andasse per
lasciare posto alla primavera.
L’inverno, offeso per il fatto che tutti gli animali preferivano la primavera a lui, promise vendetta: chiamò il gelo e la tempesta e ordinò loro di nascondersi. Quando sarebbe arrivata la primavera avrebbero dovuto spingerla dentro una grotta.
La primavera arrivò puntuale, ma fu fermata dalla tempesta che la spinse all’interno della grotta, mentre il gelo formò una spessa barriera di ghiaccio per intrappolarla.
Una lepre aveva visto tutto e corse a raccontarlo agli altri animali. Tutti insieme si rivolsero al sole, amico della primavera, per chiedere consiglio su come liberarla dalla grotta.
Il sole si avvicinò ad un ruscello che scorreva vicino alla grotta e improvvisamente, dove lui era passato, spuntarono le Primule.
Il sole ordinò agli animali di portare quei fiori nella grotta.
Gli animali obbedirono e non appena le Primule furono all’interno della grotta, il ghiaccio si sciolse.
La primavera fu libera di uscire e alla sua comparsa tutti gli animali iniziarono a festeggiare allegramente.
L’inverno, sconfitto, fuggì via insieme al gelo e alla tempesta.
Da allora, ogni anno, le Primule annunciano l’arrivo della primavera.
(Notizie "spigolate" dalla rete).
L’inverno, offeso per il fatto che tutti gli animali preferivano la primavera a lui, promise vendetta: chiamò il gelo e la tempesta e ordinò loro di nascondersi. Quando sarebbe arrivata la primavera avrebbero dovuto spingerla dentro una grotta.
La primavera arrivò puntuale, ma fu fermata dalla tempesta che la spinse all’interno della grotta, mentre il gelo formò una spessa barriera di ghiaccio per intrappolarla.
Una lepre aveva visto tutto e corse a raccontarlo agli altri animali. Tutti insieme si rivolsero al sole, amico della primavera, per chiedere consiglio su come liberarla dalla grotta.
Il sole si avvicinò ad un ruscello che scorreva vicino alla grotta e improvvisamente, dove lui era passato, spuntarono le Primule.
Il sole ordinò agli animali di portare quei fiori nella grotta.
Gli animali obbedirono e non appena le Primule furono all’interno della grotta, il ghiaccio si sciolse.
La primavera fu libera di uscire e alla sua comparsa tutti gli animali iniziarono a festeggiare allegramente.
L’inverno, sconfitto, fuggì via insieme al gelo e alla tempesta.
Da allora, ogni anno, le Primule annunciano l’arrivo della primavera.
(Notizie "spigolate" dalla rete).
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Come
tanti altri fiori anche la Primula ha ispirato molti poeti.
La poesia
che segue è stata scritta dalla Poetessa
Ada Negri.
Primule
Sbocciano al tenue sole
di marzo ed al tepor de' primi venti,
folte, a mazzi, più larghe e più ridenti
de le viole.
Pei campi e su le rive,
a piè de' tronchi, ovunque, aprono a bere
aria e luce anelando di piacere, le bocche vive.
E son tutti esultanza
per esse i colli; ed io le colgo a piene
mani, mentre mi cantan per le vene
sangue e speranza.
Sbocciano al tenue sole
di marzo ed al tepor de' primi venti,
folte, a mazzi, più larghe e più ridenti
de le viole.
Pei campi e su le rive,
a piè de' tronchi, ovunque, aprono a bere
aria e luce anelando di piacere, le bocche vive.
E son tutti esultanza
per esse i colli; ed io le colgo a piene
mani, mentre mi cantan per le vene
sangue e speranza.
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