Anche quest'anno a Busnago, in
una atmosfera triste, piovigginosa e suggestiva, si è svolta la manifestazione
per commemorare l'anniversario della fine della prima guerra mondiale e per
ricordare i caduti nelle ultime due guerre.
All'evento hanno partecipato
diverse associazioni e cittadini Busnaghesi.
Tino Ripamonti, in rappresentanza dell'Associazione Alpini di Busnago, ha letto
"LA PREGHIERA DELL'ALPINO"
Il Sindaco di Busnago, Danilo Quadri ha letto il discorso commemorativo.
La banda musicale di Busnago ha accompagnato, con brani appropriati, tutti i momenti della giornata.
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Personalmente ho molto apprezzato la sensibilità dell’amministrazione comunale, che ha fatto restaurare le targhe del monumento ai caduti, rendendo leggibili i nomi dei nostri giovani Martiri Busnaghesi.
La banda musicale di Busnago ha accompagnato, con brani appropriati, tutti i momenti della giornata.
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Personalmente ho molto apprezzato la sensibilità dell’amministrazione comunale, che ha fatto restaurare le targhe del monumento ai caduti, rendendo leggibili i nomi dei nostri giovani Martiri Busnaghesi.
Il video che segue documenta alcuni momenti della manifestazione.
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A beneficio di chi non era presente, pubblico il testo integrale del discorso del
Sindaco di Busnago Danilo Quadri:
Sindaco di Busnago Danilo Quadri:
Il 4 novembre siamo chiamati a celebrare e ricordare una triplice
ricorrenza: l'anniversario della Vittoria
che, decretando la fine della Prima Guerra Mondiale, portò al conclusivo
ricongiungimento con l'Italia di ogni sua parte, il giorno dell'Unità nazionale
finalmente conseguita e consolidata, e la Festa delle Forze Armate.
Oggi è anche l’occasione per testimoniare sostegno ai nostri militari
impegnati in missioni all’estero e ricordare quanti di loro sono caduti (ultimo
il nostro Ragazzo, il nostro Alpino Tiziano Chierotti) nel nome di ideali -
quali la pace, la libertà e la democrazia - veri e vivi caposaldo della nostra
Costituzione.
Il 4 novembre rappresenta per tutti noi un appuntamento con un dovere
morale: quello, nel memoria del dramma e della tragedia rappresentata dalla
Prima Guerra Mondiale, di fornire il proprio contributo alla costruzione di una
società, anzi di una Comunità, giusta fondata sulla pace, sulla solidarietà e
sul rispetto reciproco, di una Comunità capace di rifiutare ogni forma di
violenza, ogni strumento di vessazione, di prevaricazione e di oppressione.
La Grande Guerra con i suoi tragici numeri ci invita ad una necessaria
presa di coscienza sull’inutilità dei conflitti, sull’inutilità delle vittorie
intrise di sangue.
Più di nove milioni di soldati, marinai e aviatori (di cui circa
seicentocinquantamila Italiani) caduti; circa dieci milioni di civili morti a
seguito della militarizzazione della vita quotidiana, che portò alle
occupazioni nemiche ed ai bombardamenti, agli stenti ed malattie che dilagarono
mentre infuriavano le ostilità; oltre ventun milioni (di cui circa un milione
gli Italiani) i feriti.
Fu un’inutile strage, uno spaventoso massacro, una spietata carneficina, un
immenso e doloroso sacrificio umano - richiesto in particolar modo ai giovani,
a volte poco più che ragazzi, e alle loro famiglie - in cui le sofferenze, i
lutti ed il dolore non distinsero i vincitori dai vinti.
Anche Busnago fornì il suo triste ed inutile tributo in termini di vite
umane: infatti si contarono ben trentaquattro soldati busnaghesi morti: un
numero tragicamente elevato per un Paese che allora aveva millenovecento
abitanti.
Il sacrificio di tanti,
anzi di troppi uomini (alpini, marinai, fanti) e di troppe donne (mamme, mogli,
figlie, sorelle, fidanzate), rappresenta una mesta e disperata lezione che
mantiene e conserverà sempre la sua attualità e che mai si potrà confinare
unicamente nei libri di storia, così da condannarla all’oblio: una lezione viva
e valida per tutte le generazioni, anche future, che ci deve spronare
all’impegno quotidiano per evitare che drammatiche ed analoghe esperienze
possano ripetersi.
Il valore e la portata
del 4 novembre si sostanziano nelle ricerca ininterrotta e nella strenua difesa
di quegli ideali morali e giuridici su cui debbono fondarsi e reggersi le
Comunità per poter essere definite “civili”: libertà, pace, democrazia,
solidarietà, integrazione, fratellanza, confronto, tolleranza, rispetto per gli
altri a qualunque razza, fede religiosa, nazionalità o ceto sociale
appartengano.
La guerra e le diverse
forme in cui si declina, quali egoismo, violenza e sopraffazione, non
rappresentano e non rappresenteranno mai un rimedio, ma costituiscono e costituiranno
sempre un male che quotidianamente, anche e soprattutto con i nostri
atteggiamenti e con le nostre scelte di vita, dobbiamo allontanare e
contrastare.
Oggi deve unirci non
già il ricordo di una “guerra vittoriosa”, ma il consapevole ed intimo
convincimento che l’unica vera “Vittoria”, da festeggiare, prende il nome di
pace, di democrazia, di libertà e di uguaglianza.
La “Vittoria” di tutti
i giorni deve essere il rifiuto incondizionato della guerra e dei suoi orrori e
l’accettazione dell’impegno a promuovere e difendere la Pace.
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